Sviluppare la creatività dei bambini attraverso i mondi in miniatura
Un gioco che appassiona tutti i bambini, anche i più piccini, è quello dei “mondi in miniatura”. Possiamo costruirli in modo semplice utilizzando quello che abbiamo a disposizione a casa e quello che la natura ci offre in dono. I mondi in miniatura consentono di sviluppare la creatività dei bambini, mettendo in scena storie che variano a seconda dei personaggi e delle ambientazioni. È un gioco che il bambino può svolgere da solo o insieme ad un fratellino o una sorellina. Le realizzazioni finali sono sempre diverse e sono soggette a modifiche che crea il bambino in base al suo piacere e interesse. Per queste ragioni non annoia mai: i piccoli avranno la possibilità di inventarsi ogni giorno una nuova storia e di utilizzare lo scenario in un modo diverso. È un gioco adatto anche a fratelli di età differenti perché fatto di materiali che non prevedono un’unica modalità esplorativa e aprono la strada a una molteplicità e varietà di percorsi, d’interazioni, di esplorazioni, di connessioni.
Attraverso i mondi in miniatura si può sviluppare la creatività dei bambini e la loro emotività. Rappresentano inoltre un’esperienza che permette loro di elaborare il linguaggio. I bambini, infatti, quando giocano con i piccoli mondi in miniatura “pensano per storie”. È un gioco, inoltre, che stimola i sensi e, se costruito con elementi naturali come la terra o la sabbia, permette azioni – come scavare, sotterrare, manipolare – che rilassano il corpo.
I mondi in miniatura per sviluppare la creatività dei bambini
I mondi in miniatura, da quelli più semplici a quelli più complessi, pongono i bambini in contatto con la propria creatività e il proprio mondo emotivo, offrendo loro la possibilità di esprimersi attraverso la drammatizzazione. Far finta di essere un leone che ruggisce, una tigre che tira fuori le unghie e i denti, un dinosauro che mangia la sua preda, mette il bambino in contatto con la sua energia aggressiva e lo aiuta a canalizzare questa normale emozione in modo sicuro perché mascherata dal gioco.
Quella dei mondi in miniatura è un’attività semplice e preziosa, dunque, che può offrire un’occasione privilegiata per mettere in scena una rappresentazione e una rielaborazione della vita quotidiana. Dar da mangiare ad un cucciolo, metterlo a dormire, proteggerlo, accudire un animale ferito: sono tutti gesti che, metaforicamente, parlano delle diverse emozioni di cui è fatta la vita di un bambino e della sua quotidianità.
Non bloccate dunque i vostri bambini se mettono in scena una lotta o uccidono un avversario. Nel gioco tutto è possibile e, anzi, è un’opportunità che offriamo loro per liberare le emozioni. Lasciate stare le interpretazioni e non giudicate ciò che esprimono attraverso la narrazione e la rappresentazione della storia. È solo gioco!
E poi, come ci spiegano studiosi autorevoli, non esistono emozioni giuste o sbagliate, belle o brutte. Tutte le emozioni sono importanti e utili. Anche la rabbia, sì, anche lei! Nessuno ci ha educato a considerarla nel suo aspetto evolutivo e adattivo. Generalmente quando si parla di rabbia, si pensa a qualcosa da eliminare. Ma la rabbia è un’importante forza vitale che, a livello fisiologico, stimola nel nostro organismo il surplus di energia necessario per superare gli ostacoli, raggiungere obiettivi e autoaffermarci.
Come costruire un mondo in miniatura: materiali ed esempi
Per realizzare i mondi in miniatura occorrono delle vaschette di plastica non troppo profonde né troppo alte, oppure dei vassoi di legno, come quelli utilizzati per servire il tè, o anche dei vassoi di carta, come quelli utilizzati per confezionare le camicie. Se avete dei piccoli animali di plastica in casa potete utilizzarli come personaggi delle vostre ambientazioni. Ma può andar bene qualsiasi cosa abbiate a disposizione nella vostra abitazione: pupazzetti, macchinine, trenini, dinosauri, supereroi.
Una possibilità semplice ma efficace e interessante è quella di versare nella vaschetta o nel vassoio della farina di mais o di riso riempiendola fino a metà. Mettete a disposizione dei bambini i personaggi, gli animali, ecc., e chiedete loro di costruire una ambientazione. Ponete la scatola su un tavolo e lasciateli liberi di creare, scavare, manipolare e interagire liberamente con gli elementi e i personaggi a disposizione.
Se avete tempo, potete creare ambientazioni più definite, come fattorie, zoo, paesaggi marini, cantieri, ambientazioni spaziali e tanto altro. Vi occorrono sassi, terriccio o sabbia e conchiglie, foglie, frutti e legnetti, che potete raccogliere con i vostri bambini quando vi trovate a uscire con loro per fare una passeggiata. Ma possono andar bene anche legumi secchi come piselli, ceci, fagioli, oppure mais, farine, caffè, semi che probabilmente conservate già nella vostra dispensa. Anche i materiali di recupero possono essere utili per creare le ambientazioni, ad esempio tappi di sughero o di plastica. Se poi nel frigorifero avete verdure non più fresche, quelle che stanno per essere buttate nella pattumiera, potete utilizzare anche quelle. L’ingrediente che non può mancare è la fantasia.
Vi suggeriamo qualche idea.
In una bacinella mettete dei piselli secchi, dei rami e alcuni animali di plastica e il gioco è fatto, come in queste foto ricevute dalle educatrici del nido “Gioco con te” di Ostia.
Se la vostra famiglia è composta da 2 o più bambini, è importante creare un “un mondo in miniatura” per ciascun bambino. Potete sbizzarrirvi e crearne di diverso tipo, usando animali differenti per differenti ambientazioni.
Ecco alcuni esempi:
Altre proposte interessanti ci sono state suggerite dalle educatrici del nido “123 Stella” di Roma.
a cura di Chiara Degli Esposti e Ornella Cavalluzzi
Ornella Cavalluzzi e Chiara Degli Esposti sono psicoterapeute, play therapist e ideatrici del “Metodo inRelazione”, raccontato nel libro “InRelazione. Come il benessere degli insegnanti favorisce l’apprendimento a scuola” (edizioni la meridiana, 2018). Hanno maturato una esperienza decennale nelle scuole e nei nidi come coordinatrici pedagogiche, come formatrici e come supervisori. Lavorano da anni con gruppi di genitori, educatori e bambini.