Riapertura delle scuole: un protocollo a cura dell’Associazione Moving School 21
La scuola non è un ospedale, non è un supermercato, non è un carcere…
La pandemia che ha colpito il mondo, il nostro paese tra i primi, ci ha trovati impreparati a reagire a un evento improvviso, inaspettato e mai sperimentato prima. Il mondo della scuola ha subito un immediato e definitivo blocco di tutte le attività in presenza compensato, come unica soluzione, dalla didattica a distanza di cui tutti abbiamo presto imparato a riconoscere limiti e difficoltà applicative. Questo provvedimento si è dimostrato particolarmente problematico per la fascia prescolare e per la scuola primaria che hanno vissuto momenti di estrema difficoltà per gli aspetti didattici, sociali e relazionali dei bambini e degli insegnanti.
La riapertura delle scuole a settembre ha posto e sta ponendo grossi problemi sia per la difficoltà di prevedere i nuovi scenari sanitari, sia per l’assenza, come abbiamo già sperimentato nell’emergenza, di modelli e strumenti in grado di corrispondere alle esigenze educative e familiari dei bambini. Abbiamo poco tempo ma non possiamo farci cogliere nuovamente alla sprovvista. Soprattutto, dobbiamo iniziare un percorso, che non si esaurirà nei primi mesi di scuola, poiché prevede un ripensamento radicale e un cambiamento necessario nel “fare scuola”.
Partire dagli spazi e dalle risorse esistenti per rispondere alle nuove esigenze educative e didattiche
È mancato nei giorni scorsi Sir Ken Robinson, una mente illuminata che da anni sottolineava la necessità di un cambiamento nei paradigmi dell’educazione, necessario e ora improrogabile. Non si sta, infatti, affrontando solo un problema di tutela di salute. Dobbiamo imparare a convivere con l’incertezza: non possiamo permetterci di perdere l’occasione di ripensare il sistema educativo affinché sia capace, come afferma Robinson, di ‘svegliare menti’ piuttosto che ‘anestetizzarle’ (e non vale solo per i bambini).
Come Associazione Moving School 21 abbiamo partecipato a diversi tavoli, nazionali e internazionali, per immaginare soluzioni per la ripartenza, ma abbiamo sentito anche la necessità di sperimentare strumenti e soluzioni da adottare che provino nel concreto l’applicabilità dei modelli che si stanno elaborando.
Si tratta quindi di avviare una riqualificazione degli spazi scolastici in grado di coniugare le nuove esigenze educative e didattiche con la necessità di rispettare le indicazioni sanitarie che stanno emergendo, in modo da proporre e realizzare interventi efficaci e condivisi con i diversi attori coinvolti: amministrazione e comunità locale, autorità sanitarie, scuola, famiglie, bambini e ragazzi.
La nostra proposta è di condividere questo nuovo progetto che ha come obiettivo di portare il dibattito dalla teoria alla pratica, elaborando un documento che parta dagli spazi e dalle risorse esistenti per proporre e realizzare soluzioni da condividere poi con l’intera comunità educante. Un documento utile per fronteggiare l’emergenza, ma anche per rimettere al centro la relazione tra educazione e spazio.
Il protocollo elaborato dall’Associazione Moving School 21 per la riapertura delle scuole
La nostra Associazione, già da anni, ha avviato un modello e un percorso di riqualificazione degli spazi scolastici in collaborazione con le amministrazioni comunali, le aziende sanitarie, gli istituti scolastici e le comunità locali con l’obiettivo primario di promuovere il benessere dei bambini unito alla qualità degli apprendimenti. Abbiamo già progettato e realizzato percorsi innovativi in un’ottica di collaborazione con le istituzioni territoriali, mettendo al centro della nostra proposta la salute[1] dei bambini, il movimento, la partecipazione attiva e la promozione dell’autonomia. Ci sembra un buon punto di partenza per avviare un lavoro di analisi, progettazione e realizzazione di strumenti innovativi per la scuola nella fase di emergenza e post-emergenza.
Il protocollo “(Ri)aprire le scuole – Linee Guida per la Riapertura delle Scuole Primarie” si articola in tre strumenti distinti:
- Stato dell’arte e analisi degli scenari. Si tratta di un documento articolato a guisa di manuale che comprende i principali temi da considerare suddivisi in capitoli. In riassunto conterrà le tre macro-aree di analisi (didattica e articolazione degli spazi, condivisione e coinvolgimento degli attori, legislazione e sanità) ed è stato sviluppato coinvolgendo le risorse di Moving School 21, le realtà nazionali e internazionali con cui stiamo ragionando su questi temi, la scuola, le autorità sanitarie, l’Ufficio Scolastico del Comune di Belluno e chi vorrà contribuire e collaborare.
- Applicazione nel caso specifico. Quanto elaborato nella prima parte è in corso di applicazione nel caso concreto di una scuola primaria di Belluno[2], attraverso un’attività di analisi degli spazi scolastici interni ed esterni, delle risorse materiali e immateriali disponibili attorno alla scuola e nel territorio e delle conseguenze organizzative e didattiche del nuovo modello scolastico. Gli attori coinvolti sono la comunità scolastica, l’Ufficio Scolastico, Patrimonio e Lavori Pubblici del Comune, AULSS 1 Dolomiti e tecnici competenti nelle diverse aree d’intervento. Il risultato è una mappatura degli spazi e delle risorse disponibili e la proposta di interventi immediatamente cantierabili e realizzabili entro la data della prevista riapertura.
- Realizzazione. L’obiettivo è realizzare gli interventi, per quanto possibile, entro la riapertura di settembre, secondo un cronoprogramma condiviso con tutti i soggetti coinvolti. Alcune soluzioni sono già state sperimentate in precedenti interventi di progettazione da parte della nostra Associazione in quanto ritenute essenziali al di là del caso specifico. I materiali, soprattutto in considerazione di un ridotto apporto di elementi di recupero usualmente preferiti nei nostri interventi, sono stati in parte acquistati con l’attenzione al basso costo e alla facile reperibilità per favorire la replicabilità delle istallazioni. Si prevede di utilizzare quanto più materiale eventualmente già disponibile e riutilizzabile del Magazzino Comunale o di quanto si potrà reperire attraverso altri canali. Nel caso di interventi sugli impianti e sulle infrastrutture scolastiche ed extrascolastiche o di lavori particolari, l’intervento sarà realizzato direttamente dall’Amministrazione Comunale.
Crediamo che questa proposta possa fornire un contributo condiviso e meditato alle problematiche legate alla riapertura delle scuole nell’ottica di offrire idee, strumenti, esempi e realizzazioni da rendere disponibili a tutte le scuole che vogliano prepararsi alla riapertura incombente. Un protocollo applicato in una realtà concreta e replicabile.
In questo riteniamo di soddisfare anche le indicazioni contenute nel “Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico” elaborato dal Comitato Tecnico e Scientifico e pubblicato il 28 maggio 2020:
“Le indicazioni qui fornite non potranno che essere di carattere generale per garantire la coerenza con le misure essenziali al contenimento dell’epidemia, rappresentando primariamente un elenco di criteri guida da contestualizzare nelle specifiche realtà scolastiche. Centrale, pertanto, sarà il ruolo delle singole scuole, nel calare le indicazioni nello specifico contesto di azione, consapevoli della estrema complessità del percorso di valutazione che sono chiamati a fare in un articolato scenario di variabili (ordine di scuola, tipologia di utenti, strutture e infrastrutture disponibili, dotazione organica, caratteristiche del territorio, etc.), nella certezza che solo l’esperienza di chi vive e opera nella scuola quotidianamente con competenza e passione potrà portare alla definizione di soluzioni concrete e realizzabili.”[3]
Il protocollo redatto dall’Associazione “(Ri)aprire le scuole” è liberamente consultabile e scaricabile a questo link. È disponibile anche uno schema, predisposto da Paolo Giordano, per facilitare la lettura e l’uso del protocollo cliccando qui.
Note per la riapertura delle scuole
Raccogliamo infine alcuni elementi di cui tenere conto in vista dell’imminente riapertura delle scuole.
- Le risorse strutturali
L’Italia destina all’istruzione solo il 3,8% della spesa pubblica e si colloca incredibilmente da più anni tra gli ultimi posti fra i 37 paesi dell’OECD. Occorrono più risorse ma che siano strutturali, senza la frenesia dell’emergenza che finanzia interventi a pioggia con l’unico obiettivo di spendere (forse) in fretta.
- I confini dell’inclusione
La scuola italiana è sempre stata in prima linea nella battaglia per l’inclusione, pur con risorse sempre più limitate. E questo è motivo d’orgoglio per il sistema pubblico. Oggi l’inclusione non si deve preoccupare solo delle disabilità ma anche dei tanti esclusi a causa della insopportabile disuguaglianza sociale prepotentemente emersa durante l’emergenza.
- Prepararsi all’emergenza
L’emergenza della pandemia ci ha colti impreparati. Eppure, era prevista. Come prevedibili sono le future crisi in un mondo globalizzato: sanitarie (nuovi virus e nuove malattie), ambientali (crisi climatica incombente) e sociali (le sempre più evidenti diseguaglianze). La scuola è chiamata a prevenire questi nuovi scenari perché è un presidio di democrazia che non può più essere abbandonato.
- Ripensare il curricolo
Modificare gli spazi, incrementare le risorse materiali, finanziare gli interventi non può avvenire senza la consapevolezza che gli spazi sono conseguenti alla didattica. Occorre rinnovare gli spazi per creare una comunità educante e non per arredare la scuola o per diluire le classi. La Didattica a Distanza non è una risposta, soprattutto se replica in assenza la formazione in presenza.
- L’educazione senza confini
La scuola è il primo pilastro dell’educazione. Ma deve dialogare con il mondo esterno perché non è la sola depositaria delle conoscenze, della trasmissione dei saperi e dello sviluppo di competenze. Il bambino cresce nello spazio esterno, nel confronto tra generazioni, nelle attività formative multidimensionali, nell’educazione incidentale.
- Il panorama educativo
La città è il secondo pilastro dell’educazione. Gli edifici scolastici devono riflettere la complessità delle relazioni spaziali allargando l’orizzonte dell’ambiente formativo fuori dall’edificio e devono includere lo spazio attorno e la città. Gli stessi principi spaziali e organizzativi si riflettono dall’uno all’altro spazio.
- Le alleanze
La comunità locale è il terzo pilastro dell’educazione. Aprirsi al territorio vuol dire stringere alleanze e patti con tutte le agenzie formative, le amministrazioni, le istituzioni, i privati e il terzo settore. Non semplicemente come fornitori di servizi o di occasionali attività ma di integrazione curricolare.
- Distendere lo spazio
I continui tagli all’istruzione hanno comportato la creazione di classi “pollaio”. Ridurre i gruppi classe, riorganizzarli in senso orizzontale e verticale, formare gli insegnanti incrementandone il numero è un’esigenza che va oltre l’emergenza. Tutta la scuola è spazio educativo: occorre ritrovarlo prima di cercarne di nuovo.
- Distendere il tempo
La scuola appare rigidamente organizzata in tempi che sembrano scanditi da principi produttivi e compressi in orari ridotti. L’autonomia individuale, il tempo disteso, gli spazi di socialità extra-classe, di gioco, sono appannaggio di improbabili servizi a richiesta individuale, funzionali più alle famiglie.
- Proteggere gli insegnanti
L’ostacolo maggiore al cambiamento sarà la paura. Insegnanti terrorizzati da nuove responsabilità in un contesto che, tradizionalmente, li considera “guardiani” dei bambini e non educatori allo sviluppo delle loro competenze di sicurezza, autocontrollo e autonomia. Occorre ripensare a tutta la questione della responsabilità degli insegnanti e dei dirigenti in termini di attività, utilizzo degli spazi, custodia, nuovi contesti educativi. Su questo punto, completamente dimenticato da ogni linea guida, piano o indicazione, si giocherà la vera scommessa per un cambiamento reale.
a cura di Paolo Giordano e Raffaela Mulato
[1] Secondo la classica definizione statuita dall’OMS (Costituzione della WHO – Ginevra 1948): “La salute è il completo stato di benessere fisico, sociale e mentale e non semplicemente l’assenza di malattia”. Tale definizione è stata discussa e aggiornata nel 2011, senza essere ufficialmente adottata, in una visione dinamica della salute particolarmente significativa alla luce delle nuove emergenze sanitarie: “La salute è la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”.
[2] La scuola selezionata è la Scuola Primaria Statale “Rino Sorio”, nella frazione di Mussoi, appartenente all’IC-1 di Belluno: in questa scuola abbiamo avuto modo di apprezzare la qualità del personale, docente e non docente, e la disponibilità a seguire percorsi innovativi in un’ottica di collaborazione attiva con le istituzioni territoriali.
[3] Leggi il documento cliccando qui. L’estratto riportato è a pagina 2.
Paolo Giordano e Raffaela Mulato sono parte dell’Associazione onlus “Moving School 21”, che coordina progetti e iniziative in diversi contesti territoriali ed europei, con il coinvolgimento delle scuole e del territorio. Per osservazioni e contatti: info@movingschool21.it
Raffaela Mulato ha scritto anche dell’importanza di restituire lo spazio pubblico ai bambini. Tra le sue pubblicazioni con edizioni la meridiana, invece, a proposito dello sviluppo dell’autonomia dei bambini, consigliamo “Scarpe blu. Come educare i bambini a muoversi in città in sicurezza e autonomia” (in collaborazione con Stephan Riegger, 2013).
Immagine: di Caleb Oquendo da Pexels