L’educazione emotiva: migliorare il clima in classe
È possibile migliorare il clima in classe con l’educazione emotiva? Prima di affrontare questo argomento, è necessario fare un passo indietro e comprendere innanzitutto quali sono i fattori che intervengono sull’atmosfera che studenti e insegnanti contribuiscono a creare nell’ambiente dell’aula ogni giorno.
Migliorare il clima in classe
L’elemento principale da considerare è lo stress. Forse parte integrante della nostra società, lo stress interessa ormai non solo gli adulti, ma anche ragazzi sempre più giovani e bambini. Già al loro ingresso nella scuola, infatti, i bambini ne subiscono le conseguenze in una maniera che potrebbe anche peggiorare con la crescita.
L’agenzia nazionale statunitense Kids Poll, come riporta Linda Lantieri in Costruire l’intelligenza emotiva. Esercizi per educare la resilienza nei bambini, ha effettuato uno studio su 875 bambini tra i 9 e i 13 anni per determinare le cause principali dello stress. Tra queste, le tre principali fonti di stress individuate sono:
- i voti, la scuola e i compiti al 36%
- la famiglia al 32%
- gli amici, i coetanei, i pettegolezzi e le molestie al 21%
Il peso della scuola e di tutto ciò che comporta sulla salute mentale di bambini e ragazzi non può allora non essere considerato quando si guarda ai comportamenti difficili che spesso gli studenti adottano a scuola. Come scrive Linda Lantieri, infatti, “spesso i sintomi di stress non gestito nei bambini vengono erroneamente scambiati per comportamenti inappropriati da reprimere. I bambini vengono rimproverati da insegnanti e genitori per azioni che sono in realtà reazioni dovute allo stress, piuttosto che a un cattivo comportamento intenzionale”.
Come intervenire per migliorare il clima in classe con l’educazione emotiva?
Linda Lantieri, sulla scia delle ricerche di Daniel Goleman, suggerisce che lo sviluppo delle abilità socio-emotive nei bambini permetta di diminuire gli episodi di violenza e di migliorare la loro salute mentale. Attraverso esercizi volti all’introspezione, alla contemplazione e comprensione del loro mondo interiore, i bambini riescono così a sviluppare comportamenti utili alla cooperazione e alla pacifica convivenza.
Ma, al di là dell’azione individuale su ogni singolo studente, come si può agire sull’intero gruppo classe? Mario Polito, in Educare il cuore. Strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni, suggerisce un approccio, sperimentato praticamente in aula, che si può riassumere in 4 fasi.
- Fase 1: Creare consapevolezza
In genere gli studenti sono convinti che il clima in classe non dipenda da loro, ma piuttosto dall’insegnante. Portarli a riflettere sul contributo dato a quanto avviene durante le ore scolastiche, indagando quindi le responsabilità di ciascuno, diventa un buon modo per generare in bambini e ragazzi la consapevolezza dei loro comportamenti e della necessità, che scopriranno essere vissuta da ognuno di loro, di affrontare la scuola in un’atmosfera più adatta all’apprendimento.
- Fase 2: Sviluppare l’empatia
I veri risultati, però, saranno raggiunti solo in un secondo momento, ovvero tramite lo sviluppo dell’empatia. Essere consapevoli dei propri bisogni è solo un punto di partenza: è quando si inizia a prestare attenzione alle necessità dei compagni, rendendosi conto che anche gli altri hanno le stesse le difficoltà e le stesse responsabilità, che il gruppo classe può iniziare a lavorare per il raggiungimento di un comune obiettivo.
- Fase 3: Realizzare la cooperazione tra gli studenti
Lo strumento principale per migliorare il clima in classe è dunque la cooperazione: bambini e ragazzi devono impegnarsi insieme affinché questo avvenga. Come scrive Mario Polito, “la cooperazione si impara”: attraverso lavori di gruppo, fasi di problem solving collettivo e altri esercizi simili, gli studenti stessi potranno vedere con i loro occhi i benefici della collaborazione per il loro percorso formativo.
- Fase 4: Sviluppare il senso etico
Infine, si aiutano bambini e ragazzi a definire il concetto di etica, e quindi il senso di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, magari attraverso una serie di regole condivise (a cui è necessario che seguano anche delle sanzioni riparatorie). Questo consentirà loro di giungere ad un senso di consapevolezza più profondo, grazie al quale saranno in grado di valutare le conseguenze delle loro azioni come vantaggiose o dannose per la convivenza con gli altri.
COSTRUIRE L’INTELLIGENZA EMOTIVA
Esercizi per educare la resilienza nei bambini
di Linda Lantieri
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EDUCARE IL CUORE
Strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni
di Mario Polito
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