La Joëlette: il trekking inclusivo in montagna
Camminare a contatto con la natura è un atto liberatorio e rivoluzionario in una società sempre più artificiale, dove l’esperienza diventa spesso astratta e immateriale. In particolare, le proposte di trekking inclusivo in montagna sono esperienze utili alla crescita personale, poiché si basano sul prendersi cura degli altri e rispettarne le differenze. In particolare, i cinque reportage raccontati da Antonella Patete e Nicola Rabbi, nel libro “Passo lento. Camminare insieme per l’inclusione”, considerano la disabilità un punto di forza, che permette di abbattere i pregiudizi e guadagnare riscatto ed emancipazione.
Cos’è la Joëlette
La joëlette è una carrozzina, che assomiglia ad una bicicletta, con una sola ruota sormontata da un comodo e spazioso sedile imbottito e una struttura metallica di color giallo arancio che inizia da dietro, con una sorta di manubrio per spingere, e termina davanti con due aste da tirare. Il primo utilizzo della joëlette per le persone disabili, pensato dalla guida alpina francese Joël Claudel nel 1987, permetteva loro di muoversi sui percorsi ripidi di salita e discesa della montagna, grazie all’aiuto di quattro portatori. Oggi con l’evoluzione della tecnologia sul mercato sono disponibili diversi modelli della joëlette, tra cui quello per scendere sulla neve, per entrare in acqua e uno elettrico.
L’uso della Joëlette nel trekking inclusivo in montagna
Le joëlette non possono essere usate in modo improvvisato ma bisogna avere una precisa conoscenza nel modo di procedere, frenare, caricare la persona, montare e smontare la bici. Sono dunque necessari dei corsi di formazione; affidarsi ad un professionista ed esperto di montagna è la scelta giusta per vivere i benefici del trekking inclusivo. Organizzare escursioni con la joëlette non è semplice, ma in Italia è diffuso nel parco delle Alpi Marittime, nelle Alpi Orobiche, in Valtellina, in Campania e nell’appennino centrale. Da qualche anno esiste inoltre un raduno nazionale dell’escursionismo per persone disabili dal nome “A ruota libera”, organizzato dal club alpino italiano. Questo propone percorsi per le joëlette, per le mountain bike in formato tandem e per le handbike offroad, le biciclette a tre ruote dove si pedala con le braccia.
I vantaggi del trekking inclusivo in montagna
Grazie al trekking inclusivo è cambiato il modo di vivere la disabilità motoria: attraverso momenti di esplorazione e socialità ci si allontana dal traffico e dall’inquinamento delle città per avvicinarsi alla natura e ai suoi profumi. In particolare, con l’uso della joëlette è possibile scoprire il mondo lungo sentieri che in passato sembravano impraticabili per le persone disabili. Inoltre, l’esperienza permette di sfidare le paure e i pregiudizi generando così benessere. Alla base è però necessaria la fiducia tra i portatori e la persona disabile, che può essere maturata col tempo e il dialogo. Il trekking inclusivo permette così di conoscere e unire le persone, che durante il percorso si rispettano e aiutano per superare insieme le difficoltà.
PASSO LENTO
Camminare insieme per l’inclusione
di Antonella Patente e Nicola Rabbi