Il gruppo nell’adolescenza: un valore fondamentale
Il gruppo nell’adolescenza è importantissimo. Spesso però i genitori si sentono trascurati, posti in secondo piano. Ma non dovrebbero sentirsi logorare, perché questo atteggiamento da parte dei figli è normale. Ogni adolescente ha bisogno del suo gruppo di amici per crescere in modo sano.
Appartenere a un gruppo per i ragazzi significa essere accettato e stimato dagli altri: la singola amicizia che può dare un amico è importante, ma la sicurezza che dà un gruppo di amici è tutta un’altra cosa.
Perché è importante il gruppo nell’adolescenza?
«Nell’adolescenza l’individuo si trasforma da bambino esperto ad adulto inesperto o, più positivamente, in un adulto in divenire», scrive Silvia Arborini nel suo testo Ke kasino! L’abc dell’adolescente. Affinchè avvenga questa trasformazione è necessario che il figlio abbia altri riferimenti con cui potersi confrontare, oltre alla sua famiglia. Solo da questo confronto potrà capire le differenze e le affinità tra se stesso e gli altri. Come l’autrice ricorda:
il figlio adolescente così facendo potrà guardare i suoi amici, studiarli e cercare di riconoscersi in loro, al contrario deciderà autonomamente di allontanarsi da quelli che non rispecchiano la sua persona.
Il gruppo nell’adolescenza: e i genitori?
I genitori sanno bene che per il figlio resteranno i punti di riferimento, nonostante tutto. Per questa ragione non occorre pensare al gruppo di amici come ad una minaccia.
I genitori devono sorvegliare da dietro le quinte. Significa quindi lasciarli fare le proprie scelte liberamente. Essendo adulti, oltre che genitori, occorre aiutarli a capire come comportarsi per stare bene con gli amici. Ad esempio per capire perché vengono o non vengono accolti in un gruppo, per valutare cosa vale la pena fare in determinate situazioni o semplicemente per non farli trovare soli.
Ogni genitore dovrebbe favorire nel figlio le occasioni di socializzazione e lo sviluppo delle capacità necessarie a stare con gli altri.
KE KASINO!
L’abc dell’adolescenza
di Silvia Arborini
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