Il dialogo tra generazioni per salvare la comunità: “Contagiamo gentilezza”
C’è un contagio cattivo, preoccupante, pericoloso, che innesca la paura dell’altro. C’è un contagio entusiasmante, positivo, che fa crescere i singoli, promuove l’alterità e il senso di comunità. È lo sforzo fatto durante il lockdown dai bambini delle terze D ed E della scuola primaria del Istituto Comprensivo “Battisti-Pascoli” di Molfetta (BA).
I bambini protagonisti di un ‘contagio’ positivo
La sfida è stata trasformare un momento di passività, in cui si è subito l’allontanamento forzato da scuola, dagli amici, dai propri nonni e parenti, dalle abitudini sociali e relazionali, in un momento da “agire”. “Agire”, rafforzando la rete relazionale ed ampliandola. “Agire” la propria cittadinanza attiva. “Agire” la possibilità di fare qualcosa di buono per gli altri, per gli adulti in particolare, da quelli conosciuti, a cui un bambino è legato dall’affetto, a quelli sconosciuti, di cui però conosce l’esistenza, ne percepisce il ruolo in città e nella società.
Alla base un rovesciamento di prospettiva: i bambini protagonisti di un processo virtuoso che rinsalda la comunità, interlocutori di adulti di cui occuparsi e preoccuparsi, incoraggiandoli a vivere il periodo della pandemia con uno sguardo fiducioso sul futuro, infondendo speranza, distribuendo a piene mani umanità, solidarietà e sorrisi.
“Contagiamo gentilezza”: il dialogo tra generazioni per salvare la comunità
Questo il senso del progetto “Contagiamo gentilezza”, in cui i bambini, mettendo in atto una forma di comunicazione resiliente, hanno scritto e disegnato, con spontaneità e freschezza, più di centosettanta “biglietti gentili”, rivolti ai destinatari più disparati: medici, infermieri, ammalati, vigili, carabinieri, Sindaco, Vescovo, cittadini molfettesi, catechisti, istruttori sportivi, commercianti, nonni, genitori, parenti, amici, maestre…
Per amplificare e facilitare la diffusione dei biglietti, è stata avviata una collaborazione con il giornale locale online Quindici, con la creazione di una pagina web speciale, dove tutti – proprio tutti – i biglietti sono stati pubblicati, innescando un fruttuoso dialogo con la città: le risposte, anch’esse per iscritto, non hanno tardato ad arrivare, regalando ai bambini i tratti di adulti che sanno ancora mettersi in ascolto della voce dei piccoli e parlare con loro, ringraziare, incoraggiarli a loro volta. Il Sindaco, il Vescovo, varie associazioni di commercianti, i vigili urbani, i dottori del reparto malattie respiratorie di Foggia, gli infermieri, i genitori e i nonni, i catechisti, la dirigente scolastica e le maestre hanno restituito la gentilezza ricevuta, innescandone, appunto, il contagio.
Una scoperta reciproca
Il progetto ha generato una scoperta da entrambe le parti. Prima di tutto, la scoperta che i bambini sanno interpellare il mondo attorno a loro, “sentire” le ansie e le preoccupazioni, leggere il disagio, sollecitare stimoli e contribuire, con tanta sottovalutata saggezza, alla crescita del senso di responsabilità collettiva. D’altro canto, la scoperta di adulti che non temono di riscoprirsi fragili, che raccontano con coraggio i propri timori, le incertezze e le difficoltà e, grazie a semplici espressioni di gentilezza, ritrovano sensibilità e legami che salvano.
La comunità, forse, si salva così: ritrovandosi tra generazioni e raccontandosi. E, nel racconto, riappropriandosi dei reciproci ruoli e responsabilità, includendo nella risposta alle sfide del tempo tutti, anche i più piccoli.
Alla scuola il compito di cogliere creativamente l’opportunità e facilitare questo processo.
Per leggere biglietti e risposte, clicca sul banner qui sotto e visita la pagina dedicata sul sito di Quindici.
a cura di Angela Paparella
Angela Paparella è docente alla scuola primaria.
Sull’importanza della voce dei bambini, sfoglia alcune pagine di “Parola di bambino. Il mondo visto con i suoi occhi” di Francesco Berto e Paola Scalari (edizioni la meridiana, 2013).
Immagine: Adam Niklewicz su Unsplash.