Lo Spaventa-virus: giochi teatrali per bambini per affrontare l’incertezza
La capacità di improvvisare consiste nel riuscire ad adeguarsi, più velocemente possibile, alle mutate condizioni ambientali e contestuali. Siccome queste continuano a cambiare, diventa un allenamento costante affrontare l’incertezza. E una grande incertezza è la costante di questi giorni.
Tutti siamo stati catapultati nell’incertezza nel momento dell’inaspettata entrata in scena di un nuovo personaggio: il Coronavirus. E così, con rapida capacità di reazione, sono apparse nuove regole per la vita sociale. Molte delle prospettive umane alle quali stiamo tentando di educare i nostri bambini (e rieducare gli adulti) sono state capovolte di colpo: nessun contatto, stare a distanza, evitare di riunirsi in gruppo, tenersi al riparo dagli altri, soprattutto se si soffiano il naso. Ma Coronavirus è un personaggio buono o cattivo? È un eroe o un antieroe?
Un’occasione di riflessione
Intanto, il Coronavirus sta dimostrando la straordinaria capacità di sprigionare pensiero, confronto, riflessione sugli stili di vita attuali; forse è una grande sveglia che suona e che permette a molti di aprire gli occhi un po’ più del solito per vedere cose dimenticate, forse è un avvertimento della vita e del nostro pianeta, un promemoria crudele per certe nostre attività ecologicamente sconsiderate.
L’idea di trovarsi ad un metro di distanza dagli altri richiama una serie di esercizi teatrali che pongono attenzione al corpo e alla presenza delle persone con cui si condivide uno spazio o un luogo.
Il più noto è questo: mettete 10 persone in una stanza, dite loro di continuare a camminare e di riuscire a mantenere sempre almeno un metro di distanza dagli altri. È importante precisare che non si possono fermare, altrimenti il gioco finirebbe subito. Il risvolto importante è che aumenta la consapevolezza della presenza dell’altro, si deve stare molto più attenti: è una percezione diversa, che speriamo di poterci portare oltre il momento contingente. Ma non ci si può fermare, come la vita non si può fermare, e bisogna trovare il modo di applicare la regola continuando ad andare.
Ecco allora alcuni giochi teatrali per bambini che genitori e insegnanti possono utilizzare in questo tempo di compiti da remoto e di attività casalinghe, per continuare ad andare, nonostante l’incertezza, comunque insieme.
Lo Spaventa-virus e altri giochi teatrali per bambini
Clicca qui per scaricare la scena teatrale “Lo Spaventa-virus”, che vede protagonista lo spaventapasseri Bu, Dino il contadino e il Coronavirus. Condividila con i tuoi studenti e, dopo la lettura, suggerisci loro di rispondere a queste domande: che effetto ti ha fatto la scena? Cosa ne pensi? Cosa credi che succederà? Tu cosa avresti fatto al posto dei personaggi? Come giudichi le loro scelte? Che consiglio gli daresti, se potessi parlare con loro? Si può poi chiedere di scrivere come va avanti la storia o come va a finire. Una volta tornati a scuola, la storia potrà essere rappresentata e i possibili finali di nuovo inventati dal vivo, improvvisando il seguito della scena.
Sempre a partire dalla lettura de “Lo Spaventa-virus”, ecco 4 giochi teatrali per bambini ispirati alla “Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari, da fare a casa e condividere virtualmente, per poterli poi riprendere una volta tornati a scuola.
Gioco 1: Il binomio fantastico. Piccolo omaggio a Gianni Rodari
Nella “Grammatica della Fantasia”, Rodari spiega cosa sia un binomio fantastico: due parole, sufficientemente estranee una all’altra che possano innescare la fantasia alla ricerca di una parentela, per “costruire un insieme (fantastico) in cui i due elementi estranei possano convivere[1]”. Quale occasione migliore, allora, per scatenare la fantasia a partire da queste due, solitamente lontane, parole: VIRUS e CORONA, e iniziare a inventare una storia?
Rodari suggerisce di iniziare ad accostare le parole collegandole con una preposizione articolata, ad esempio:
il virus con la corona
la corona del virus
il virus sulla corona
il virus della corona
Ora basta fare di ognuno di questi accostamenti un titolo e provare a sviluppare il tema suggerito, inventando una storia.
Chiudo la proposta con un promemoria, citando il pensiero con cui Rodari termina la breve spiegazione dell’esercizio:
…non vanno trascurati i suoi effetti d’allegria. Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere.” [2]
Gioco 2: Il binomio fantastico in azione. Un gioco di improvvisazione teatrale
Una volta tornati in classe, quando il virus si sarà calmato e potremo riderci sopra insieme, il gioco di invenzione rodariano potrà essere trasformato in un gioco di improvvisazione teatrale, dividendo metà della classe in ‘virus’ e metà della classe in ‘corone’.
Si chiederà ai bambini di camminare nello spazio e di pensare alle caratteristiche che ha un virus (come cammina un virus, cosa pensa, cosa dice, come parla, che malattia porta) e di quelle che ha una corona (come cammina una corona, è la corona di un re? Di una regina? Del sole? Di fiori? Di cosa è fatta? Cosa cerca?) e si chiederà poi di provare a mostrarle, con il corpo e con la voce, incontrandosi a coppie e provando ad interagire.
Una volta che tutti avranno trovato come interpretare un virus o una corona e ne avranno presente la ‘personalità’, si creerà una piccola scena in cui i “binomi fantastici” in persona si incontreranno e potranno avere una qualsiasi interazione: dialogo, relazione fisica, ecc.
Le storie nate dall’attività proposta per casa, si potranno anche rappresentare in modo più “classico”, chiedendo agli alunni di dividersi in gruppi e di preparare una scena da mostrare agli altri.
Gioco 3: In ogni errore giace la possibilità di una storia. Altro piccolo omaggio a Gianni Rodari
Sempre nella “Grammatica della Fantasia” c’è uno spunto basato sulle possibilità creative dell’errore[3]. Come, nella storia di Bu, lo spaventapasseri aveva capito male il nome del virus (Carota Virus: chissà quali sintomi procura, come è nato, come si diffonde) così si può giocare ad altri fraintendimenti: Cherobavirus, Cotonavirus, e così via.
A casa si può inventare la storia di tutte le varianti di questo virus, (qualcuno ha già inventato una biro che si chiama Corona Birus) e volendo si può andare avanti così, dicendo di aver capito male, ma sempre cercando di inventare la nuova storia di cui si tratta. Questo gioco può essere fatto a voce, o scritto, con la sfida a chi trova più variazioni.
Gioco 4: Fraintendimento in azione. Un gioco di improvvisazione teatrale
Portando a scuola tutte le nuove storie inventate a casa, possono diventare teatro semplicemente mettendole in scena, recitandole. Ma, se volete provare l’ebbrezza dell’improvvisazione, mettete in scena due attori e chiedete di inventare azioni e dialoghi secondo queste indicazioni:
Il luogo è l’ambulatorio di un medico di base. I protagonisti sono un dottore e un ‘malato’, che entra in scena mostrando al medico, fisicamente, i sintomi di una malattia. Non deve decidere che malattia ha, deve solo fare dei gesti o descrivere dei sintomi. Il dottore dovrà fare un po’ di domande per avere un quadro chiaro della situazione e, poi, formulare un’ipotesi e dare un nome alla malattia: “Si tratta di … Virus”. Dovrà poi inventare una cura da prescrivere al malato.
Una variante prevede che il malato alla fine dica: “Mi scusi, dottore, ma io ho visto su internet che…”, inventando una cura diversa per la propria malattia, che sia opposta a quella proposta dal medico.
Sbagliando s’impara è vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe dire che sbagliando s’inventa.[4]
Pace, carote, patate: una canzone per collaborare
Per finire, la proposta di una canzone da ascoltare e, per chi vuole, da imparare a suonare e a cantare, prima a casa e poi, insieme, a scuola. È la canzone che lo Spaventapasseri Bu ha scritto quando la fattoria di Dino era minacciata da un corvo gigante di nome Kraggamoore, e racconta di come lui e il suo fratello spaventapasseri cibernetico Gunz, per poter sconfiggere il terribile nemico, hanno imparato a collaborare e ad intrecciare le proprie migliori capacità per conseguire un obiettivo comune. È quello a cui, ora, siamo chiamati anche noi.
Puoi ascoltare la canzone e scaricare i materiali utili cliccando qui.
a cura di Luigi Maniglia
[1] G. Rodari, Grammatica della Fantasia, Einaudi Ragazzi Ed., Trieste, 2013, p. 35
[2] Ibid., p. 37
[3] Ibid., p. 50-51
[4] Ibid., p. 52
Luigi Maniglia, attore, autore, musicista, esperto di TdO; mediatore familiare e formatore in ambito di mediazione dei conflitti interpersonali. Sviluppa percorsi basati sulla capacità di improvvisare nel laboratorio di ricerca teatrale “Fanfulon – un principio di movimento” (www.fanfulon.com) e nell’associazione “Epeira_Incontrare il conflitto” (www.epeira.eu). In formazione presso la scuola di improvvisazione teatrale Teatribù di Milano (www.teatribu.it).
Per leggere altre storie con lo spaventapasseri Bu come protagonista (e scoprire altri giochi teatrali per bambini in ambito educativo) ti consigliamo “Improvviso educativo. Per una didattica ‘reidratante’” di Luigi Maniglia e Valentina Chioda (edizioni la meridiana, 2019).