Diventare cittadini plastic free: comincio da me
Mi chiamo Ilaria D’Aprile. Sono una formatrice, un’educatrice, una mamma. Sono una persona sincera e soprattutto molto esigente nei confronti di me stessa. Quello in cui credo deve essere coerente con ciò che pratico. Certo, questo non rende sempre la vita semplice agli occhi di chi non è abituato a porre limiti alle proprie abitudini. Per molte persone sono “un errore di sistema”, ma agire in maniera ecosostenibile mi permette di guardare in faccia mio figlio e sentire di star garantendo a lui e a tutti gli altri bambini un mondo vivibile.
Una vita ecosostenibile
La mia pratica ecosostenibile è possibile soprattutto grazie al mio compagno che per certi versi è più radicale di me. Questa nostra complicità rende la gestione della vita quotidiana più semplice. Per esempio, per le piccole commissioni in città sotto i 10 km ci spostiamo ostinatamente in bicicletta oppure a piedi (facciamo parte di un’associazione, ESSERE TERRA, che si occupa di educazione alla sostenibilità e di viaggi a piedi). L’acqua si beve rigorosamente dal rubinetto. La nostra dieta è per lo più vegetariana e biologica (è concesso solo del pollame biologico per nostro figlio). Acquistiamo soltanto frutta di stagione, se possibile da produttori locali. Compriamo verdura da un contadino vicino casa o la coltiviamo nel nostro orto. L’acqua della doccia e per lavare i pavimenti si riutilizza per lo sciacquone. Non utilizziamo stoviglie usa-e-getta. Prediligiamo vestiti utilizzati da parenti che ce li donano. E molto altro. Per farla breve, il nostro stile di vita attento all’ambiente dovrebbe sollevare la mia coscienza dal sentirmi responsabile della grave crisi ecologica in cui versa il nostro pianeta. Tutt’altro: sento di non fare abbastanza.
Dopo aver tanto parlato dei disastri ambientali nei miei incontri di Educazione alla Sostenibilità, nel libro “Abbecedario verde”, in articoli online, post su Facebook e scambi con le persone, mi sono resa conto che terminare i discorsi con “non c’è più tempo da perdere, dobbiamo fare qualcosa, è necessario prendere l’iniziativa” mi procurava la grande frustrazione di chi sa di star facendo qualcosa di buono per il pianeta ma i cui risultati sono scarsi e per di più non immediatamente visibili. Questo, a lungo andare, mi ha fatto sprofondare nello sconforto. Soprattutto da quando ho scoperto che ingeriamo 5 grammi di plastica alla settimana.
Se non sai non agisci: ecco come diventare cittadini plastic free
Il primo strumento per attivare resilienza individuale e collettiva è la consapevolezza: se non sai, non agisci. I comportamenti individuali sono nelle nostre mani, cambiano comunque in positivo il bilancio ambientale, immediatamente e concretamente, sia pur di un solo kg di CO2 non emesso, di una sola bottiglia di plastica non dispersa in mare.
Allora ho chiesto aiuto a Elvira Zaccagnino e insieme abbiamo deciso di realizzare questo progetto: articoli e mini video che chiamerò “il canto del colibrì” e nei quali proverò a spiegare come produrre rifiuti “0” applicando la regole delle 5 R:
- Rinuncia
- Riduci
- Riutilizza
- Ricicla
- Rendi compost
Qualcuno dirà che si tratta di una goccia nell’oceano. È vero, ma per quanto piccola sia ciascuno deve fare la sua parte. Ed io comincio da me.
Ilaria D’Aprile, laureata in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università di Bari e con Master in Educazione Ambientale per la promozione di uno sviluppo sostenibile presso l’Università di Bologna, è esperta in educazione alla sostenibilità e realizza progetti di formazione per insegnanti e studenti curiosi. Con edizioni la meridiana ha pubblicato “Abbecedario verde. Salvare la Terra partendo dalla scuola” (2011) e “Apprendere con gioia. Outdoor Education nei cortili scolastici” (2020).
Segui la videoguida di Ilaria D’Aprile per diventare cittadini plastic free sulla nostra pagina Facebook o sul nostro canale YouTube o continua a leggere i suoi contributi settimanali.