Cronache dal futuro / 24-06-2021
Continua la raccolta di testi Cronache dal futuro, lo spazio aperto ai ragazzi e alle ragazze che immaginandosi nel futuro raccontano a un interlocutore da loro scelto ciò che hanno vissuto, capito, provato durante i mesi della pandemia che ha imposto di ‘non vivere’ la loro età come i loro coetanei avevano fatto prima. Un tempo diverso raccontato però dai ragazzi attraverso la scrittura e una maschera da loro disegnata. I testi costituiscono un materiale vivo, palpitante e ricco. E ci dicono che “i ragazzi sapranno fare meglio di noi”. Dobbiamo solo ascoltarli. Buona lettura.
Provavo malinconia nei confronti della normalità
Caro Davide,
ti ricordi del 2020, l’anno in cui non si poteva uscire ed eravamo chiusi in casa senza avere la possibilità di vedere nessuno se non i nostri familiari? In questi giorni, ripensando a ciò che abbiamo vissuto quando eravamo adolescenti, ho capito che abbiamo affrontato una situazione davvero difficile: non potevamo andare a scuola ed eravamo costretti a seguire le lezioni da casa attraverso lo schermo di un computer, non potevamo uscire con i nostri amici, andare a fare acquisti nei negozi che preferivamo oppure sederci in un tavolo di un bar e ordinare un caffè o uno di quei cappuccini che a te piacevano tanto. Ricordo ancora l’emozione che ho provato il giorno in cui, per la prima volta dopo tanti mesi, sono andata trovare mia nonna, che in quel periodo non stava nemmeno tanto bene. Ricordi quando non potevamo uscire insieme, potevamo parlare solamente attraverso messaggi o chiamate e non potevamo nemmeno andare a fare quella gita in montagna che avevamo programmato tanto tempo prima?
La prima volta che ti ho visto dopo tanto tempo, avevo quasi paura ad avvicinarmi perché con tutte quelle volte che ci eravamo ripetuti di mantenere le distanze, non sapevo se facessi una cosa sbagliata o giusta. Bastava solo un abbraccio che le persone si contagiavano tra di loro. Ma quella volta ho provato tanta gioia, perché dopo mesi ho rivisto te, il mio migliore amico ma anche il mio ragazzo. Durante quel periodo provavo una malinconia nei confronti della normalità, mi mancava tutto ed era come se la mia vita fosse caduta in un buco nero da cui per uscire dovevi scalare un’enorme quantità di gradini, perché i contagi salivano e ogni nuovo contagio era come scendere un gradino indietro. Sembrava che la pandemia non avesse intenzione di fermarsi. La paura ti lasciava con il fiato sospeso ogni giorno.
Quando ripenso a quell’anno, mi viene in mente anche ciò che siamo riusciti a fare, nonostante la situazione, come abbiamo deciso di utilizzare il nostro tempo, dato che non potevamo lasciare le nostre abitazioni: alcuni hanno approfondito i loro hobby, altri si sono presi del tempo per sé stessi e altri ancora, come ad esempio te, hanno studiato per raggiungere un obiettivo a cui avrebbero potuto adempiere appena sarebbero potuti, finalmente, tornare a quella che era per noi la normalità. Molte famiglie erano in crisi, alcuni non potevano lavorare, altri lavoravano da casa e altri sono stati licenziati per mancanza di soldi per pagare gli stipendi. I medici e gli infermieri lavoravano ininterrottamente ogni giorno e la situazione era davvero dura dato che vi erano sempre più contagi.
Ad oggi, quando mi posiziono dietro al bancone della reception dell’hotel in cui lavoro, ripenso al danno che la pandemia ha causato al settore del turismo, dato che i viaggi non erano permessi. È stata un’esperienza difficile da vivere, non si sapeva se, da un giorno all’altro, avremmo potuto avere i sintomi del COVID e mettere a rischio i nostri nonni, o coloro che avevano problemi respiratori e non solo. In più si utilizzavano le mascherine, alle quali dopo un po’ ci siamo abituati e quando siamo usciti definitivamente dalla pandemia era strano toglierle e non sentire più il nostro fiato caldo che sembrava tornare da dove fosse venuto. Era come essere ritornati a respirare dopo un lungo periodo di apnea. Ad oggi, quando mi reco nei bar, nei negozi, sono felice di tutto ciò che vedo: persone che sono tornate a vivere la loro vita senza che nulla glielo possa impedire. Spero che nostra figlia non viva mai una situazione simile, spero che abbia la possibilità di vivere la sua vita al meglio, in modo sano e sereno.
Il covid ha trasformato le tue abitudini in qualcosa di negativo
Cara A.,
come stai? Sono sempre io, solo con vent’anni in più rispetto al 2020. Ti ricordi di quell’anno, vero? O meglio, non puoi scordartelo, giusto? Lasciami fare mente locale sulla situazione che si era creata durante quel periodo.
Tutto iniziò l’8 marzo 2020, data del primo DPCM emanato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, valido per tutto il nostro territorio nazionale: un virus sconosciuto a tutti, proveniente dalla città di Wuhan in Cina, stava infettando e uccidendo migliaia di persone. Esso venne nominato come “COVID-19” oppure “Coronavirus”. Che paura. Se dovessi scegliere una parola per descrivere l’anno 2020, sceglierei la seguente: orribile. Ora ti spiego il perché. Partiamo con il descrivere la scuola.
Mi ricordo che inizialmente tutti noi studenti eravamo entusiasti del fatto di rimanere a casa da scuola. Il Governo aveva detto agli italiani che sarebbe stata una questione di un paio di settimane… ebbene non fu così. Nel giro di pochi giorni eravamo nel bel mezzo di una pandemia globale e di una quarantena forzata. Nonostante ciò, mi ricordo che non ti dispiaceva frequentare la scuola on-line. Era comodo non svegliarsi ogni mattina alle cinque, prendere il treno e le navette per raggiungere la scuola per poi, infine, tornare a casa stanca. Ma il fatto di dover praticare la didattica a distanza portò le tue abitudini a cambiare e a trasformarsi in qualcosa di estremamente negativo.
L’isolamento ti condusse ad un brutto disturbo: il DCA (disturbo del comportamento alimentare), insieme alle sue conseguenze. Stare a casa a causa della quarantena, non ti portava al dispendio delle calorie e quindi non sentivi la necessità di mangiare. Ti pesavi ogni mattina e vedevi il numero della bilancia diminuire di giorno in giorno: 49 kg, 47 kg, 44 kg, 42 kg,… Ti guardavi allo specchio e ti sentivi meglio con te stessa. Era bello pensare al fatto di essere riuscita finalmente a raggiungere e a rispettare i canoni di bellezza per la società, ovvero essere magri. Che pensiero stupido. Eri arrivata al punto di pensare di non necessitare del cibo, al massimo di uno yogurt, rigorosamente magro. Avevi solo sedici anni. Fu una delle esperienze più brutte che tu abbia affrontato. Non potevi sopportare una cosa del genere. A., io ricordo quanto stavi soffrendo in quel periodo. Tra lo stress del COVID-19 e il perfido disturbo con il quale stavi lottando, era tutto difficile. Ti sentivi inutile. Ma cerchiamo di guardare il lato positivo di questa orribile situazione.
I tuoi genitori fecero di tutto pur di farti stare meglio e cercare di farti guarire. Inoltre, avevi degli amici accanto che ti aiutarono ad alleggerire quel brutto periodo, incoraggiandoti a ritrovare la fiducia in te stessa. Successivamente arrivò il 9 giugno 2020. Il periodo scolastico era terminato ed era arrivato il momento di godersi l’estate. Nel periodo tra il mese di marzo e giugno furono emanati molti DPCM che riguardavano il Coronavirus e le restrizioni erano diventate meno rigide. Una di queste consentiva di frequentare gli amici, sempre con le giuste precauzioni. Ti ricordi quanto ti divertisti insieme a loro? Trascorrere le giornate al mare dalle otto del mattino fino alle otto di sera, andare a visitare le città italiane e passare il tempo assieme, senza essere mai stanchi.
A., io ti sto parlando direttamente dall’anno 2040. Questo significa che hai trentasei anni, compiuti giusto quattro giorni fa. In caso tu stessi leggendo questa lettera, sappi che ora va tutto alla grande. Hai sconfitto il DCA e il tuo sogno si è avverato: vivi a New York, hai una famiglia, hai un appagante lavoro e sei indipendente. Sei addirittura sposata, argomento che a sedici anni non volevi nemmeno sfiorare. Ultima cosa. Da come hai potuto intuire, dato che abito e lavoro negli Stati Uniti, la pandemia è finita. Il COVID-19 è sotto controllo. I virologi hanno elaborato un vaccino efficace al 100%. Io sto bene. Tutto il mondo sta bene, almeno rispetto alla pandemia. Non ti devi preoccupare. Tutte le paranoie che ti stai facendo per il futuro, mi spiace dirtelo, ma sono inutili. Tu continua a fare il tuo lavoro. Sii costante e vedrai che sarai soddisfatta di ciò che ti aspetta nel futuro.
Per saperne di più sul progetto Cronache dal futuro, leggi l’articolo introduttivo in cui Raffaela Mulato racconta questo progetto per dar voce ai giovani.
Cronache dal futuro è anche una proposta che vorremmo rendere virale (e virtuosa). Che tu sia un docente, un educatore o un genitore, proponila ai ragazzi e invitali a inviare i loro scritti e le loro maschere per email a informazione@lameridiana.it. Troveranno spazio sul nostro blog, dove saranno pubblicati insieme alla maschera che li accompagna.