Educare in ambiente di apprendimento digitale: consigli pratici per insegnanti
La situazione a cui il Covid19 ci ha relegati ci obbliga a ripensare e rimodellare il nostro modo di insegnare per adattarlo all’ambiente di apprendimento digitale. L’uso degli strumenti si impara più in fretta di quanto si creda, ma l’apprendimento e la realizzazione della didattica a distanza e digitale rischiano di rivelarsi un boomerang e di riportarci indietro nel tempo alla didattica frontale e cattedratica che ha preceduto le riforme degli anni ’70.
Facendo riferimento al documento del Ministero sull’emergenza virus e a quelle che vengono definite nuove procedure organizzative a distanza, e visto che la situazione di emergenza ci obbliga, per ora, al lavoro a distanza dobbiamo ricordaci sempre che in qualsiasi forma o procedura organizzativa – presenziale, a distanza o mista – sono comunque gli allievi che devono essere attivi, che devono diventare autonomi e non solamente eseguire, ma fare e pensare criticamente.
Il documento del Ministero, a tal riguardo, riporta infatti:
«Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento.»
Tutto vero e inopinabile, ma in queste prime settimane abbiamo tutti riscontrato di un uso poco appropriato della videoconferenza, dei PowerPoint e di testi in Word.
Gli strumenti e le loro potenzialità/criticità
- Videoconferenza: docente parla e allievi ascoltano = modalità frontale
- Videoconferenza: docente parla e alcuni allievi intervengono = modalità frontale e dialogata
- PowerPoint da leggere: perché leggere un PowerPoint? Questo strumento serve per presentare contenuti e aprire discussioni. E dopo la lettura cosa succede? Vi è un test con crocette, vero/falso o a scelta multipla?
- Documento Word da leggere: la lettura al computer è rallentata del 30%. E dopo la lettura cosa succede?
Rimandiamo allora al documento ufficiale[1] del MIUR sulle 8 competenze chiave che dovrebbe possedere un allievo italiano al termine della scuola dell’obbligo e che l’ambiente di apprendimento digitale dovrebbe mettere maggiormente al centro del processo di apprendimento:
- imparare ad imparare
- comunicare
- collaborare e partecipare
- agire in modo autonomo e responsabile
- risolvere problemi
- individuare collegamenti e relazioni
- acquisire ed interpretare l’informazione.
Allora come produrre una didattica digitale attiva che porti alla produzione di queste competenze?
Accenniamo alle prime possibili soluzioni:
- Usare metodologie di classe rovesciata: si legge prima e si discute criticamente nelle unità di lavoro, tra le unità di lavoro e solo in seguito con il docente. Un’attività strutturata in questo modo porta a ridurre, di conseguenza, i tempi di lavoro sincrono da 45 minuti a 20 minuti a lezione.
- Usare una metodologia progettuale integrata, che spiegheremo brevemente in seguito, da affiancare alla lezione frontale e in grado finalmente di portare allo sviluppo delle competenze previste dal MIUR: gli allievi ad esempio producono PowerPoint e artefatti cognitivi (documenti, video, immagini, audio) e assumono il ruolo di docenti per la classe o per altre unità.
La nostra metodologia progettuale[2], applicata in questo caso all’ambiente digitale, permette ad esempio:
- di allontanarsi dai verbi che dominano la scuola: collegare, sottolineare, calcolare, denominare, riassumere, ascoltare, leggere…
- di focalizzarsi sui verbi come: discutere, ricercare, analizzare, dibattere…
- di centrarsi sullo sperimentare, sull’osservare, sul raccogliere, sul simulare, sul provare, sull’immaginare, sul produrre, sull’insegnare, sullo scomporre i problemi, sul recitare, sul suonare, sul danzare, sul disegnare, sul creare…
- di imparare, nell’indeterminatezza della progettualità, a togliere il superfluo e quindi a fare delle scelte: eliminare, escludere, evitare, cancellare ciò che non ci piace o non ci serve, riformulare, adattare, scegliere e decidere di conseguenza.
- di uscire dalla logica libresca, che parla sul “mondo” senza fare esperienza del “mondo”, logica che resta ancora dominante nel sistema scuola attuale e funge da fulcro delle lezioni normali, non progettuali.
- di utilizzare una progettazione aperta all’imprevedibilità dell’esperienza e centrata sulle attività, in cui l’azione è equivalente o prevale sulla meta. L’azione formativa diviene secondo Lichtner (1999)[3] “un processo a volte casuale ossia in grado di contenere una componente di imprevedibilità”.
- di dare rilevanza e spazio a un contesto di lavoro basato su relazioni tra soggetti e tra soggetti e oggetti digitali (Morin, 2004[4]), in particolare con l’introduzione di forme di apprendimento cooperativo.
- di considerare il “conoscere” come risultato dell’azione e del fare e del riflettere sul proprio fare.
Un esempio pratico di lezione in ambiente di apprendimento digitale
Se la teoria vi pare complessa, procediamo con un esempio partendo da quanto esposto finora:
- Io faccio leggere a voi, docenti e/o genitori, questo documento fino alla lista precedente.
- Ognuno di voi crea un PowerPoint su quanto letto da presentare ad una classe di scuola media o ad altri docenti (chiaramente, la complessità del contenuto del PPT cambierà a seconda dell’utenza); la consegna viene data in una videoconferenza di 15 minuti.
- Decidiamo insieme secondo quali criteri valutare i PPT; in un forum e, se serve, in una videoconferenza di 20/25 minuti.
- Ognuno di voi consegna la prima versione del PPT in piattaforma.
- Poi, ognuno di voi commenta 2 PowerPoint di altri 2 colleghi in un forum; chi riceve i commenti può rivedere il suo PPT e migliorarlo.
- Ognuno consegna in piattaforma la seconda versione definitiva del PPT, migliorata dopo i commenti dei colleghi, e questa viene valutata dal docente.
- In seguito ognuno di voi sceglie i migliori 3 PPT e spiega perché negoziando con il resto del gruppo (considerate questa fase opzionale in quanto può incidere negativamente sulle relazioni di un gruppo poco coeso).
- Valutazione e ponderazione:
- si valuta il processo (i 2 interventi del docente nel forum sui PPT dei colleghi, gli eventuali interventi in video conferenza, miglioramenti tra le 2 versioni del PPT consegnate da ognuno; opzionale: i 3 migliori PPT per il gruppo hanno valutazione maggiorata), per un 50% della valutazione finale
- si valuta il PPT ossia l’artefatto cognitivo finale, per il restante 50% della valutazione finale.
Ci riferiamo, per quanto riguarda il punto b) e la valutazione, anche al documento ministeriale:
“Le forme, le metodologie e gli strumenti per procedere alla valutazione in itinere degli apprendimenti, propedeutica alla valutazione finale, rientrano nella competenza di ciascun insegnante…”
Cambiamo e miglioriamo la scuola anche su stimolo di questa situazione critica.
Soluzioni per una nuova metodologia per l’ambiente di apprendimento digitale
Nell’insegnamento a distanza si possono distinguere due grandi categorie di strumenti: strumenti sincroni e asincroni.
Il termine sincrono indica attività e comunicazioni che avvengono contemporaneamente: utenti e docente o utenti e utenti sono online nello stesso momento o in certe occasioni, come nel caso della stesura di un testo condiviso (scrittura collaborativa come in Google Drive), o si alternano e intervengono appena l’interlocutore termina la propria operazione.
Il termine asincrono indica attività che non avvengono contemporaneamente: utenti e docente o utenti e utenti non sono di conseguenza online nello stesso momento. Il materiale formativo viene preparato e reso disponibile per l’utente su una piattaforma, su un sito web o per mail, il quale dunque può pianificare le sue attività a seconda delle scadenze ricevute.
Chiaramente la sincronicità o meno dipende spesso dall’uso che, realmente, si fa dello strumento: guardo un video quando voglio = asincrono, parliamo insieme in una videoconferenza = sincrono; un forum in genere è uno strumento asincrono, ma la scrittura collaborativa sullo stesso testo, in certi casi, può scivolare verso la sincronicità.
Nella tabella troviamo alcuni esempi di strumenti adatti ad attività sincrone e asincrone.
lezioni frontali o dialogate
lavoro a coppie o gruppi
lavoro individuale
lavoro a coppie o gruppi
interazione 1 a 1 allievo/docente
audioconferenza
chatting
telefono
strumenti di scrittura collaborativa (si scrive a distanza di pochi minuti sullo stesso testo)
· filmati o lezioni filmate
· materiali testuali e multimediali
· operazioni asincrone come: scaricare o caricare documenti anche multimediali (audio, video con lezioni) su una piattaforma
· forum
· strumenti di scrittura collaborativa (si scrive in momenti diversi)
Consigli generali sull’uso di strumenti e di documenti digitali
Come rendere gli strumenti e i documenti digitali più efficaci per l’insegnamento a distanza? Ecco alcuni suggerimenti.
Videoconferenza
La videoconferenza presuppone una modalità frontale e dialogata.
- Vanno ridotti i tempi: una lezione di 45 minuti può diventare di 20 minuti.
- Siate chiari e sintetici.
- Imparate, testando prima con colleghi, a mostrare documenti e materiali sullo schermo durante la videoconferenza (es: la funzione “condivisione dello schermo” in Skype).
- Lasciate spazio per fare intervenire gli allievi con regolarità e a turno.
- Create dei rituali: fase informale iniziale e finale, momento della “consegna”, visione di materiali, spazio per domande.
Documenti Word
Come formattare i documenti Word da inviare o caricare in piattaforma? L’ergonomia informatica ha da tempo dimostrato che la lettura al computer è rallentata del 30%; inoltre sono da preferire i font o caratteri sans serif, più lineari e leggibili, come Arial o Verdana. Per questi motivi:
- caricare documenti brevi, al massimo di 3/5 pagine, redatti con carattere sans serif e con interlinea 1.5;
- per le scuole elementari e medie prevedere, almeno inizialmente, attività brevi e pochi esercizi per scheda.
Inoltre consigliamo di:
- usare il grassetto per sottolineare passaggi e termini importanti;
- schematizzare una consegna lunga tramite una lista, come per esempio:
- Sottolineare 3 passaggi importarti del testo.
- Riportali nel Forum, commentali e spiega perché sono importanti.
- Commenta gli interventi di 3 compagni.
- usare maggiormente tabelle, liste e schemi;
- utilizzare immagini e link che conducono a documenti multimediali;
- fare stampare, se fattibile, documenti lunghi oltre le 5 pagine, prima della lettura;
- verificare che un documento lungo non possa essere suddiviso in documenti più brevi e perché. Ad esempio:
- si potrebbe dividere questo documento in 3 file distinti: A) la sincronicità. B) i consigli, C) esempi didattici
- Dopo la lettura del documento A) à discussione in videoconferenza
- Dopo documento B) à intervento nel forum
- Dopo la lettura del documento C) à lavoro a coppie per preparare nuovi esempi didattici.
Sul piano didattico ricordate sempre di specificare il termine “leggere”. Indicare cosa fare a partire dal testo, ad esempio: leggere e sottolineare i passaggi principali e/o togliere le parti meno importanti.
Nominare e archiviare documenti
Come nominare e archiviare i documenti?
- Se si stratta di un documento digitale inserire il numero di pagina e mettere nel nome del file il tema, nome allievo e data
Es: Soluzioni digitali_Miriano_Marzo2020 - Se l’esercizio è stato fatto nel quaderno dall’allievo (soluzione poco pratica, ma possibile e inevitabile a volte, specie alle scuole elementari) si inviano al docente le foto del quaderno come segue:
a) mettere numero pagina nel quaderno;
b) fotografare la pagina;
c) mettere nel nome del file per l’immagine da inviare: tema, nome allievo, numero progressivo pagina
Es: Tema le foglie_Marco_01 (che corrisponde alla pagina 1 del quaderno), Tema le foglie_Marco_02.
Alcuni genitori o allievi, se riescono, possono collegare con vari programmi le foto e compattarle in un pdf.
Email e Whatsapp
La classe manca di cultura progettuale e di competenze digitali di base oppure abbiamo allievi di scuola dell’obbligo poco esperti con le tecnologie: come possiamo fare lavorare gli allievi a coppie?
Ecco 3 esempi su come procedere utilizzando gli strumenti più alla portata di tutti, come email e Whatsapp:
- Due allievi A e B comunicano al telefono o via Whatsapp e si inviano per mail lo stesso documento più volte lavorando a strati fino alla stesura finale;
- A e B si accordano al telefono. Allievo A lavora su prima parte del documento e allievo B su seconda parte, poi ognuno deve rivedere la parte del compagno fino alla stesura finale.
- Su consegna del docente una coppia di allievi collabora: allievo A redige documento che allievo B corregge e commenta con suoi consigli e viceversa; ogni allievo rivede poi il suo documento prima di inviare entrambe le versioni al docente.
Filmati
Attenzione: i filmati facilmente superano i 100 megabyte e sono difficilmente gestibili in piattaforme normali né si possono inviare facilmente per mail. Per ovviare a questi problemi, si possono usare le seguenti accortezze:
- La lunghezza dei filmati non deve eccedere i 30 secondi.
- Configurare le videocamere in modo da ridurre i pixel e quindi rendere i filmati stessi più leggeri (120 secondi di film possono andare da 200 megabyte a 50 megabyte).
- Sostituire ove possibile filmati con registrazioni audio, particolarmente utili per docenti che avviano attività, spiegano slide o commentano un’attività.
In generale è buona norma fare delle sessioni di test, ossia una simulazione breve solo sull’uso delle funzionalità, prima dell’introduzione di nuovi strumenti come chat, o workshop e forum anche solo con alcuni allievi, in modo da avere sotto controllo gli aspetti tecnici durante la lezione o per capire come lo strumento può essere utilizzato al meglio dai gruppi.
Consulta e scarica due esempi di attività cliccando qui.
a cura di Miriano Romualdi
[1] Vedi le “Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria”
[2] Con il professor Luca Botturi siamo in procinto di pubblicare un manuale sul tema ‘percorsi progettuali e classe digitale’.
[3] Lichtner M., 1999, La qualità delle azioni formative, Milano, Franco Angeli, p. 220
[4] Morin E. (2000), La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero, Milano, Raffaello Cortina
Miriano Romualdi, nato a Forlì nel 1965, ha insegnato in tutti i livelli di scuola dalla primaria alla secondaria di primo e secondo grado. Specialista in tecnologie educative e in problemi di gestione, da tempo lavora presso il Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI di Locarno che si occupa delle abilitazioni e della formazione continua di docenti di tutti i livelli scolastici.
Con Davide Antognazza, sui temi della gestione della classe, ha pubblicato “Dentro l’aula. Tecniche, metodologie e pratiche per gestire classi difficili” (edizioni la meridiana, 2020).