“Dalla finestra vedo…”: allenare lo sguardo dalla finestra di casa
Isolati fra le mura di casa, possiamo esercitare un senso esplorandone tutte le sue potenzialità. Possiamo cioè usare la vista, gli occhi, allenare lo sguardo lasciandolo spaziare attraverso la finestra (o il balcone) che ci permette l’affaccio sul mondo.
Di solito lo si fa per prendere una boccata d’aria o per incrociare a distanza il saluto dei vicini. In realtà, può diventare una postazione di insospettabili e progressive scoperte.
Difficile crederlo se l’ambiente circostante da settimane è sempre lo stesso e se si percepisce la metratura domestica come una limitazione. Invece occorre allenarsi a cambiare prospettiva, a guardare diversamente anche le cose che pensiamo di conoscere e alle quali siamo abituati. In altre parole, si può trovare qualcosa di nuovo anche nelle solite cose.
Come allenare lo sguardo dalla finestra di casa
Innanzitutto bisogna predisporsi a cercare con pazienza e concentrarsi, senza dare nulla per scontato. Si sceglie la finestra di casa preferita o si rende un angolo del balcone la nicchia in cui rintanarsi e da cui ispezionare il circondario. Certo, la finestra e il balcone restano uguali a se stessi, ma, intrattenendosi a perlustrare con lo sguardo, si scoprirà che il luogo tutt’attorno non si ripete necessariamente e non è mai lo stesso: non è come sembra. Basta imparare a cogliere i particolari, persino quelli minimi, ai quali forse non si era mai fatto caso. Basta saperli vedere.
Non bisogna però confondere la capacità di osservare con l’istinto di ficcanasare. C’è una differenza abissale e sostanziale.
Prestare e canalizzare l’attenzione significa esaminare, evitare la fretta e la superficialità, notare qualcosa di bello e di gradevole, riconoscere i propri stati d’animo in base al posto dove è caduto lo sguardo. La boccata d’aria, infatti, può venire anche dall’interiorità. Non ci si deve far bastare un’occhiata di sfuggita. Più si impara a scrutare, più si fanno scoperte.
Soffermandosi là dove porta lo sguardo, che cosa si nota? Che cosa si avverte? Che cosa si respira? E ciò che si è raggiunto con lo sguardo che cosa viene a rappresentare o a comunicare?
L’avvistamento, quand’anche parta dalla medesima finestra, cambia e può cambiare ogni volta.
Un’attività da fare con i bambini, ma non solo
Se, oltre ai bambini, ciascun componente della famiglia si affacciasse alla finestra o al balcone con questa prospettiva e con intraprendenza, le rivelazioni visive sarebbero a maggior ragione diverse.
Questo è un esercizio che possiamo fare e far fare. E magari farlo insieme, in momenti diversi della giornata.
Poi, a fine giornata, diventerebbe interessante, o magari divertente, condividere e confrontare i rispettivi punti di vista, le immagini, le immaginazioni, i particolari saltati all’occhio, i vari aspetti colti, le loro caratteristiche.
E riscontrare analogie o differenze fra le “cartoline” raccontate. E scoprirsi, anche così. Ritrovarsi, anche così, come famiglia.
Buona esplorazione!
a cura di Isabella Lanfranchi
Isabella Lanfranchi, laureata in Filosofia, è specializzata in discipline dello spettacolo. Da oltre un ventennio scrive sceneggiature, ideate a partire da percorsi creativi, nell’ambito dei laboratori di teatro creativo di sua competenza. Cura la regia dei relativi spettacoli. Tiene corsi di formazione e di aggiornamento sulla metodologia adottata, descritta nel libro “Fantasie d’animazione. Come rendere creativa e coinvolgente l’educazione dei bambini” (edizioni la meridiana, 2001). È autrice di racconti.
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Immagine: joao teles su Pexels