Alleanza educativa nella didattica a distanza: una nuova collaborazione
Da diverso tempo quando si parla di educazione e apprendimento si cerca di dare un nuovo volto alla scuola e alla didattica, ed ecco qua un’occasione per sconvolgere e scardinare un sistema che ha bisogno di innovazione, non nei contenuti, ma nei metodi. È fondamentale la lettura delle parole di Jean Piaget: “L’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”.
Questa situazione talmente surreale ci ha portati a pensare in positivo, a trasformare le difficoltà in potenzialità dove il tempo della scuola si è dilatato verso il più infinito e ha portato a un atteggiamento collaborativo e alla curiosità per la novità, nonostante l’impreparazione generale a metodi, metodologie e strumenti più efficaci per la didattica a distanza.
Spazio classe diffuso: le nuove aule come intreccio di ambienti privati ma condivisi
Questa esperienza, seppur negativa per alcuni, sta creando nella nostra piccola comunità educante dei forti legami e ha generato un contatto diretto tra le insegnanti, gli alunni e le famiglie, garantendo la socializzazione tra i bambini stessi: stare insieme, fare insieme, imparare insieme e confrontarsi. È stato ed è motivante lo scambio di pensieri, emozioni, racconti di storie facendo leva sulla volontà e sulla motivazione intrinseca, sull’intenzione consapevole di prendersi cura del percorso formativo dei piccoli discenti e scoprire che da situazioni difficili, si possono scoprire modalità diverse per consolidare la didattica collaborativa a distanza. La didattica a distanza ci ha prospettato l’idea di una scuola senza più confini delimitati da mura, che vive diluendosi nelle diverse comunità familiari, in cui si può contribuire allo sviluppo della cultura anche fuori da essa.
Pertanto, siamo stati capaci di avvertire la scuola e i docenti come un bene insostituibile e sostenibile, capace di valorizzare la fraternità, promuovere la responsabilità, l’impegno e la reciprocità.
Questa forma di didattica è per noi un valore aggiunto, paradossalmente, pur essendo priva del rapporto diretto e della vicinanza fisica; ha contribuito a valorizzare il contatto tra le insegnanti, i piccoli studenti e le famiglie, come unico corpo che collabora grazie ad un confronto continuo e nuovi stimoli.
Lo spazio classe esplode senza disintegrarsi e ogni studente crea attorno a sé il proprio spazio e lo incastona in quello comune, in cui la nuova aula è un intreccio di ambienti privati ma condivisi: la cameretta dello studente prende il posto del suo banco, ma si porta dietro tutto quello che sul banco non arriva mai, cioè l’ambiente intimo.
La presenza delle insegnanti per i piccoli discenti è un elemento fondamentale; possiamo affermare che a noi non è mancata ed è stata coinvolgente, privilegiando l’empatia e l’aspetto emotivo e successivamente quello prettamente didattico, mantenendo viva la fiamma dell’interesse allo studio. Tutti i bambini vengono coinvolti responsabilmente, hanno voglia di raccontarsi e comunicare con compagni e maestre; quotidianamente i piccoli salutano con messaggi vocali e videochiamate, un modo per stare vicini ma anche per non perdere la quotidianità cui erano abituati. Gli alunni hanno bisogno di sentirsi un gruppo, di amici, non solo di studio, anche attraverso il contatto virtuale; la scuola è partecipazione attiva, i bambini hanno bisogno di relazionarsi e la relazione umana è fondamentale.
La nascita di una nuova alleanza educativa nella didattica a distanza
Questa reclusione ha imposto cambiamenti radicali a tutti gli attori coinvolti: gli studenti, le loro famiglie e le insegnanti. Questi cambiamenti si stanno rivelando, per noi, occasioni preziose: possibilità di maggiore partecipazione e presenza dei genitori nel percorso di conoscenza e di studio dei bambini; possibilità per i piccoli di utilizzare la tecnologia, per nutrire curiosità e interesse verso la conoscenza e motivazione ad apprendere; spinta per le docenti ad arricchire e ampliare i mezzi attraverso cui promuovere e proporre la didattica. Quindi tra insegnanti, genitori e alunni si è creata una alleanza educativa capace di dare concretezza alla missione formativa della scuola, che non si esaurisce in una semplice collaborazione, ma che impone una profonda condivisione dei valori che sostanziano la convivenza civile e democratica in cui l’alunno resta il protagonista del processo di apprendimento.
La cosa certa è che i bambini e le bambine hanno accolto bene questo cambiamento perché sanno adattarsi bene alle situazioni, anche a quelle più critiche, riuscendo a trarne aspetti positivi; i genitori hanno ridefinito il ruolo genitoriale in questa nuova dimensione scolastica: non siamo sostituti dell’insegnante, ma aiutanti speciali, il cui impegno è di mantenere vivo il rapporto con quelle persone importanti per la crescita dei bambini, di tenere acceso e presente il contatto con l’esterno, lasciando aperta la mente, a stimolare il viaggio della conoscenza pur stando fermi e chiusi in casa.
La tecnologia ci sta dotando di uno strumento alternativo di mediazione per continuare ad essere adulti significativi per i nostri bambini, perché ci consente di dedicarci a ciascuno di loro in modo personalizzato e alla classe in toto allo stesso tempo. La tecnologia sta insegnando a tutti l’adozione di punti di vista diversi, l’adattamento, la flessibilità, l’importanza della relazione umana. Dopo un primo momento di smarrimento, si è sostituita progressivamente una sempre maggiore familiarità con uno scambio di saperi diverso, certamente più lento, perché l’immediatezza del rapporto diretto non potrà essere replicata dalla tecnologia, ma comunque fortemente emozionale per il vissuto in cui si colloca e, quindi, formativo. Nonostante siamo consapevoli del rischio di non poter garantire a tutti le stesse opportunità, l’impegno di chi ci mette il cuore, oltre che l’ingegno, consente almeno di provare a raggiungere il singolo bambino, a personalizzare l’intervento perché le opportunità non si traducano solo in risorse materiali, ma siano soprattutto risorse umane e affettive.
Ora più che mai la presenza delle insegnanti e dei genitori è fondamentale, sono indispensabili nel prendersi cura dei bambini, della nostra generazione futura. Con la presenza attiva, il coinvolgimento, la discussione, la comprensione, il conforto, il supporto, si può favorire quel senso di continuità e sicurezza necessario ai nostri bambini, che hanno bisogno di sentirsi soggetti attivi e partecipi in una situazione che purtroppo sono obbligati a vivere.
Video, musica e immagini: un abbraccio virtuale per concludere l’anno scolastico
Dove non può arrivare un abbraccio, possono arrivare la musica e le foto dei nostri bambini: questo è il nostro abbraccio virtuale. Abbiamo creato un filmato il cui sottofondo musicale è una filastrocca, “A presto bambini!”, canticchiata da un compagno della classe, accompagnato dalle dolci note delle corde di una chitarra, mentre scorrono alcune foto dei piccoli studenti scattate in questi mesi di reclusione. È un inno alla speranza, un omaggio ai nostri bambini che hanno rinunciato alla loro libertà per il bene degli altri.
La musica e le foto riescono a unire, a colmare le distanze che in questo momento ci separano e forse anche a scaldare un po’ i cuori di tutti, spesso provati dall’incertezza, dalla paura e dalla mancanza delle persone care. La storia viene raccontata dalle immagini e non servono parole: è questa la grande potenzialità del filmato, quella di poter raccontare una storia senza testo, solo guardando le foto; non serve l’utilizzo di un testo, perché le immagini sono il significato mentre le note e le parole della filastrocca permettono di provare le sensazioni e le emozioni relative ai ricordi.
L’idea del filmato è stata quella di narrare andando oltre le semplici parole; ha permesso di percepire tutta la potenzialità emotiva che le foto raccontano, mostrandola con segni non solo linguistici, sui volti dei bambini e delle insegnanti nella loro quotidianità e durante le attività, nelle espressioni durante la visita delle maestre alle case dei bambini o durante gli incontri nella classe virtuale.
Vedere i video dei bambini è molto emozionante: è la conferma che la scuola è esserci, gli uni per gli altri, e che la distanza deve essere momentanea; è il tentativo di ristabilire il contatto umano in cui il linguaggio non verbale presente nelle foto e nel testo musicale è un utile mezzo per scandagliare sentimenti, emozioni, e relazioni. Particolare attenzione merita lo sguardo che indica stati d’animo profondamente diversi tra loro, ad esempio la gioia, la sorpresa o l’attesa; l’espressione del viso che indica felicità o inquietudine; i gesti e i movimenti del corpo che sono stati immortalati negli scatti.
Le immagini costituiscono un mezzo utile per raccontare una storia, nello specifico la storia dei nostri bambini all’epoca del Covid-19, e far leva sulla loro potenza emotiva con lo scopo di congelare momenti irripetibili, momenti destinati a non ripetersi, a scivolare nel ricordo.
Il filmato sollecita vari canali comunicativi e sensoriali di diversa complessità: durante la visione vengono infatti coinvolti canali visivi e sonori, introducendo i giovani alunni a una esperienza plurisensoriale di immagini e musica. Il formato semiotico si basa sulla contaminazione-associazione di più codici in cui le varie componenti di un evento comunicativo sono assolutamente autentiche sperimentabili e inscindibili da qualsiasi atto comunicativo spontaneo.
Il filmato diventa quindi un potente strumento di autocoscienza e di percezione ampliata di sé e degli altri, una risorsa preziosa che aiuta i più piccoli alleggerendoli dalle paure e diffondendo la speranza che presto potranno rivedere tutti i loro compagni di classe e le maestre e tornare uniti.
a cura di Jenny Pace
Leggi altri contributi dei genitori della IA dell’IC “Davanzati-Mastromatteo”
Jenny Pace è madre di uno dei bambini della IA dell’Istituto Comprensivo “Davanzati-Mastromatteo” di Palo del Colle (BA).
Sul rapporto tra insegnanti e genitori, e sulla necessità di un’alleanza, sfoglia alcune pagine di “Genitori vs Insegnanti. Come allearsi nella sfida educativa del web” di Saverio Abbruzzese (edizioni la meridiana, 2020).
Immagine: Hans-Peter Gauster su Unsplash.