Adolescenti iperconnessi su internet: i rischi tra dipendenza, cyberbullismo e sexting
Si pensa che la pandemia provocata dal nuovo coronavirus, anche stando a casa, non finirà mai del tutto e continuerà per diverso tempo. Questo significa che il distanziamento sociale e l’isolamento a casa potrà prolungarsi ancora, anche per gli adolescenti che, in questo periodo, sembrano essere diventati invisibili.
Con le lezioni online, i ragazzi sono costretti a stare connessi tante ore per studiare, fare i compiti e controllare di continuo le chat di classe. Il lungo tempo che devono trascorrere davanti al pc con cuffie o auricolari nell’ascolto delle videolezioni aumenta il rischio di mal di testa, problemi di concentrazione, insonnia e disturbi di ansia. Questi dispositivi elettronici a lungo andare possono creare una forte dipendenza, oltre a determinare una continua esposizione alle onde elettromagnetiche che smartphone, tablet e altri apparecchi emettono.
Adolescenti iperconnessi tra videolezioni, tempo libero e relazioni virtuali
Nel corso delle ultime settimane è stato registrato un aumento di oltre il 70% del traffico Internet da parte degli adolescenti, con un grande contributo dato da giochi online come Fortnite, Call of Duty e GTA5: giochi molto competitivi e in alcuni casi anche violenti. Mentre giocano, i ragazzi hanno la possibilità di chattare con altri giocatori: è però impossibile, per loro e per i loro genitori, sapere chi ci sia dall’altra parte e, spesso, non ci si rende conto dei rischi che questo comporta.
Stesso discorso vale per le chat sui siti di incontri: non essendoci la possibilità di instaurare rapporti reali, sono aumentate le relazioni virtuali. Si diffonde sempre più, così, e anche tra i ragazzini più piccoli, il sexting, cioè l’invio di video o foto intime. Il sexting è molto rischioso ed espone a pericolosi comportamenti di vittimizzazione, come l’adescamento online, il cyberbullismo, la detenzione di materiale pedopornografico e il revenge porn, cioè la condivisione di foto e video intimi senza il consenso dei protagonisti, a volte per ‘vendetta’ nei confronti di un torto subito. Può quindi capitare che un semplice “gioco” finisca male e che alcune foto o video intimi finiscano in chat o all’interno dei social (Whatsapp, Telegram, Tik Tok).
Oltre alle conseguenze sentimentali, relazionali e, in alcuni casi, anche legali, vi è una gamma di problematiche psicologiche legate all’ansia e alle oscillazioni umorali degli adolescenti. Prendono il sopravvento anche le serie in streaming, guardate e seguite spesso senza sosta. Si parla di binge watching, cioè di abbuffata di “visione”, un’abitudine che porta a guardare programmi e serie tv per un periodo di tempo prolungato, consecutivamente e senza pause, anche durante la notte e fino alle prime ore del mattino. Una pratica che incide negativamente sul sonno, sullo stile di vita e sul benessere, favorendo invece la sedentarietà e l’abuso dei dispositivi tecnologici.
I pericoli di internet: cosa possono fare i genitori
Di fronte a questi pericoli, è necessario che siano i genitori per primi a dare il buon esempio, cercando di proporre anche delle attività alternative da svolgere insieme, dimenticandosi per un po’ di smartphone, tablet e pc.
È importante, soprattutto con gli adolescenti, riuscire a ricavare ciascuno i propri spazi e i propri tempi, in modo da poter gestire momenti di relazione in famiglia e momenti in solitudine, in cui dedicarsi a sé e ai propri pensieri e spazi. Se è necessario, si possono stabilire nuove regole, concordando insieme tempi e luoghi di condivisione e scegliendo di programmare anche momenti di solitudine.
Ciò che rimane essenziale è parlarsi e manifestare all’altro i propri bisogni. E, soprattutto, non dismettere la funzione educativa di adulti.
a cura di Andrea Bilotto
Andrea Bilotto, Psicologo e Psicoterapeuta Sistemico, è il Presidente dell’Associazione Italiana di prevenzione al Cyberbullismo e al Sexting (AICS). Collabora da diversi anni con centinaia di scuole in tutta Italia per la formazione e la prevenzione dei rischi virtuali anche occupandosi di orientamento scolastico.
Con edizioni la meridiana è autore, insieme a Iacopo Casadei, di “Sexting o amore? Educare ai sentimenti nell’era dei social network” (2019).
Immagine: Anas Alshanti su Unsplash.