Alcuni dei ragazzi di oggi sono adolescenti annoiati
Nel periodo storico in cui viviamo molti sono gli adolescenti annoiati. Se da una parte ci sono giovani che riescono a credere nelle proprie potenzialità e a investire le proprie energie nella costruzione del proprio futuro, dall’altra ce ne sono altri che nutrono la disillusione, l’amarezza per le aspettative tradite, il rifiuto verso questa società che li rende sfiduciati, incapaci di trovare un lavoro che li soddisfi, vittime della passività.
Sono sempre di più i ragazzi che al mattino non hanno voglia di lavorare o andare a scuola. Le famiglie e gli insegnanti non sanno più cosa fare davanti a questi giovani annoiati e stanchi. «La tristezza, l’apatia, una sorta di devitalizzazione pervade ogni momento della loro esistenza» scrive Maria Luisa Verlato nel libro Identità alla deriva. Vuoto di sé e vuoto di relazione nel tempo del “tutti connessi”.
Adolescenti annoiati: la sindrome etica
L’autrice e psicologa parla di sindrome etica: fa riferimento al disagio che caratterizza chi non è sostenuto da spinte valoriali, cioè da motivazioni che viziano il rapporto tra il sé-adolescente e le altre persone. Spesso sono anche scoraggiati dai modelli di donne e uomini che vedono attorno a sé, a partire dai modelli proposti in tv, dalla politica ai talent show.
La mancanza di interesse e la disillusione sfociano in uno stato d’animo di irrequietezza. Successivamente subentra il senso di inadeguatezza: il ragazzo si sente sempre inutile. Niente sembra avere più significato eppure niente sta succedendo.
Come comportarsi quando i figli sono affetti dalla sindrome etica?
Gli esperti e gli educatori consigliano di orientare questi ragazzi verso il contatto con se stessi, per renderli consapevoli, riflessivi, attenti all’altro.
La mancanza di coscienza – cioè la mancanza di pensiero – essere inconsapevoli rispetto al proprio mondo, sfocia nell’irresponsabilità, ossia nella casualità dei gesti che è tra le cause scatenanti di episodi di bullismo, violenza e aggressioni.
IDENTITÁ ALLA DERIVA
Vuoto di sé e vuoto di relazione nel tempo del “tutti connessi”
di Maria Luisa Verlato
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