Aggressività nella prima infanzia: le 4 fasi in cui entra in gioco
L’aggressività nella prima infanzia
I primi anni di vita sono fondamentali per imparare a gestire le emozioni e gli istinti legati all’aggressività. In questo periodo, è possibile riconoscere nelle interazioni con gli altri sfumature di un’aggressività positiva, che difficilmente si manifesta in comportamenti intenzionalmente negativi. Tuttavia, è essenziale contrastare e guidare questa aggressività fin dai primi anni di vita, per sviluppare nei bambini l’autoregolazione degli istinti, il rispetto per le idee e lo spazio degli altri, limitando così le manifestazioni più violente e distruttive dell’aggressività.
4 fasi evolutive per imparare a gestire l’aggressività
• Gravidanza
L’aggressività del feto nei nove mesi di gravidanza è percepibile nel fatto che il suo arrivo nella vita già costruita dei genitori rivoluziona la quotidianità del nucleo familiare. Il nuovo equilibrio che si crea prevede nuove attenzioni e sacrifici per soddisfare le necessità e la crescita del nuovo arrivato, come per esempio sottoporsi a continui controlli o la preparazione dell’ambiente del bambino.
• Allattamento e primi segnali
La fase di allattamento riguarda i mesi immediatamente successivi al parto. Durante l’allattamento l’infante non ha consapevolezza di sé e dell’altro né le capacità per essere autonomo, infatti è la mamma che lo nutre e lo sposta nello spazio. L’aggressività si può intendere come il considerare, da parte del bambino, la madre un suo prolungamento. Da qui scaturiscono le prime frustrazioni che gli insegnano a darsi dei confini, a trattenere il gesto violento in modo tale che la sua aggressività inizi a regolarsi senza che l’altro venga sopraffatto e il rispetto del corpo della madre diventi fondamenta del rispetto dell’altro per il resto della vita.
• Il gattonare
Il bambino inizia a muoversi in modo autonomo, strisciando o gattonando fino al primo anno di vita. Mette tendenzialmente tutto in bocca per conoscere gli oggetti e il mondo che lo circonda. L’aggressività è sfogata nei confronti delle cose che succhia e mastica, anche per grattarsi le gengive. Un’eccessiva repressione dell’aggressività in questa fase potrebbe portare il bambino a essere rigido e contratto invece di renderlo capace di esplorare il mondo attraverso il movimento.
• Camminare
Tra il primo anno e l’anno e mezzo di vita, il bambino inizia a camminare e comincia a strutturare il proprio pensiero, caratterizzato dall’identità personale e dalle competenze, importanti per la gestione dell’aggressività. Instaurare un rapporto di fiducia tra genitori e figlio è in questo momento fondamentale per far comprendere al bambino l’importanza dei limiti e che nonostante i no si è dalla sua parte.
IL CALICE E LA SPADA
Come riconoscere e gestire l’aggressività nella prima infanzia
di Claudio Riva