6 soluzioni per aumentare l’accessibilità dei musei
Il museo può essere un luogo inclusivo? Pensare al museo come casa, dove abita una comunità attiva che partecipa e collabora, ricerca e scambia risultati con l’intento di una nuova coscienza collettiva, può portare nuove possibilità di inclusione. Maria Chiara Ciaccheri e Fabio Fornasari, nel libro “Il museo per tutti. Buone pratiche di accessibilità”, propongono possibili soluzioni per aumentare l’accessibilità dei musei per trasformarli in spazi capaci di riassegnare valore alle persone finora escluse, offrendo un modello per altre organizzazioni.
Aumentare l’accessibilità dei musei
L’accessibilità riguarda tutta la comunità, e non solo le persone con disabilità. Il museo con il proprio linguaggio può affiancare le istituzioni nella democratizzazione culturale. Le possibilità sono molte e non devono per forza essere adottate allo stesso modo e tempo da tutti, infatti l’accessibilità è un processo caratterizzato da approcci diversi utili a raggiungere destinatari diversi. Le barriere esistenti sono state create non con intenzione, ma da qualcuno che non è riuscito a riconoscerle poiché non esiste un unico sguardo per dire quando qualcosa è accessibile.
6 soluzioni per aumentare l’accessibilità dei musei
La condizione di partenza e l’analisi dei destinatari, nella consapevolezza che la diversità sia l’unica caratteristica che li accomuna, consentono di riprogettare gli spazi del museo, così da permettere ai visitatori di approdare alla cultura in maniera autonoma. Combinare diversi supporti e formati con la tecnologia può essere d’aiuto soprattutto nei seguenti aspetti:
- SITO WEB: l’esperienza di visita spesso inizia dalla ricerca delle informazioni online. Fornire più informazioni possibili sulle caratteristiche architettoniche dell’edificio e l’organizzazione della mostra esposta è fondamentale, oltre a didascalie e materiali pre-visita. Il sito può anche trasformarsi in un luogo di confronto e aggiornamento che raccoglie tutte le proposte di accessibilità disponibili.
- ACCOGLIENZA: l’accoglienza racconta molto dei musei e della volontà di essere accessibili. Oltre alla presenza di personale formato e capace di relazionarsi con persone diverse senza imbarazzo, i pannelli che esplicitino in modo chiaro le facilitazioni esistenti possono essere un valore aggiunto, che rende autonomi i visitatori.
- PERSONALE: sono utili dei frequenti aggiornamenti e percorsi di formazione sull’accessibilità a tutti i dipendenti. Il personale del museo deve essere a conoscenza delle modalità più corrette per relazionarsi con persone con specifiche necessità e quali sono i percorsi più accessibili da suggerire ai visitatori.
- PERCORSO DI VISITA: è la fase centrale della visita. Il percorso dovrebbe essere lineare e attraversato da soluzioni che facilitano l’accessibilità il più possibile. Ad esempio, bisogna fare attenzione all’altezza a cui sono esposti gli oggetti, all’ampiezza dei corridoi, alla presenza di sedute e all’illuminazione, che dev’essere funzionale alla visita e alla lettura dei testi. È utile anche suggerire percorsi facilitati o ridotti, segnalare zone caratterizzate da luce o folla che potrebbero disturbare alcuni visitatori mentre i video proiettati necessitano dei sottotitoli.
- LE DIDASCALIE: devono essere scritte su superfici contrastate e mai lucide in un formato leggibile e in linguaggio semplice senza svilire la qualità dei contenuti. La gerarchia delle informazioni dovrebbe essere lineare e i contenuti capaci di intercettare più interessi disciplinari e saperi. È preferibile un supporto mobile con associato il codice QR, che renda possibile ascoltare e scaricare la lettura o traduzione della didascalia.
- COSTI ACCESSIBILI: il biglietto di ingresso deve tener conto delle disponibilità economiche di tutti i suoi possibili visitatori, attraverso promozioni e sconti.
IL MUSEO PER TUTTI
Buone pratiche di accessibilità
di Maria Chiara Ciaccheri e Fabio Fornasari